All’intero dell’ Umbria World Festival 2018

Il sestetto si compone di un organico inusuale che racchiude al proprio interno i mille volti di un compositore. Stefano Tamborrino, uno dei pochi strumentisti ritmici italiani ad aver varcato l’oceano con una band americana si espone in un inatteso ruolo di compositore sulla linea di rasoio, in bilico tra una moltitudine di colori che rendono il prodotto finale libero da ogni classificazione di genere.L’ascoltatore viene condotto attraverso echi che spaziano dal jazz alla musica contemporanea, dall’elettronica al folk, passando per la musica da camera verso la quale la natura degli strumenti ad arco ci trascina inevitabilmente. Filo conduttore è l’attenzione al suono e un’eccezionale capacità di legare il repertorio con grande coerenza che permette ai musicisti di mescolare continuamente le carte in gioco senza risultare mai privi di un obiettivo comune tra le linee un impianto architettonico che non si piega al rigore di precetti o accademismi di alcun tipo. Se quel che il jazz ha assunto oggi è il ruolo descrittivo di ciò che gli avviene attorno, questo progetto è meritorio di un’attenzione per la sofisticazione che i giovani talenti che lo compongono hanno saputo filtrare rendendoci un risultato rappresentativo del nostro territorio e della nostra decade.